Le MSCs possono essere ottenute da diversi tessuti, tra cui midollo osseo, tessuto adiposo, membrana sinoviale e sangue periferico. Il midollo osseo e tessuto adiposo sono i siti da cui è più versatile l’estrazione di tessuto.
In particolare il tessuto adiposo rappresenta il sito più facilmente raggiungibile, infatti le procedure attualmente standardizzate prelevano tessuto dal grasso sottocutaneo o dal pannicolo adiposo infra-patellare. Le cellule mesenchimali staminali ottenute da questo tessuto, dette ADSCs (Adipose-derived stem cells), sono in grado di differenziarsi in cellule adipose, in osteoblasti e condroblasti. Recentemente, il loro uso nel trattamento di OA sia in modelli animali che in pazienti umani ha mostrato risultati d’efficacia molto promettenti.
Nello specifico queste cellule si trovano in una nicchia (stromal vascular fraction, SVF) del tessuto adiposo ottenuta mediante microframmentazione non enzimatica in cui sono presenti numerose ADSCs. Altre popolazioni cellulari che rivestono una funzione biologica fondamentale sono periciti, fibroblasti, monoliti e macrofagi. [3][4]
Nel 2015 è stata pubblicata una Dichiarazione unita di IFATS e ISCT nel tentativo di definire il contenuto cellulare di SVF (Tabella I).
Un importante step di partenza per il progresso dell’utilizzo di cellule staminali di origine adiposa è identificare in modo standardizzato quest’ultime [5].
Alcuni fattori che possono influenzare la disponibilità e la funzionalità (antinfiammatoria e rigenerativa) delle ADSCs del lipoaspirato sono le caratteristiche del donatore [6]:
- BMI [7]
- età
- sesso
- menopausa/estrogeni circolanti
- sito di prelievo
- trattamenti precedenti (radioterapia, chemioterapia, immunoterapia)
- diabete mellito
È ben noto che l’azione delle cellule mesenchimali staminali nella riparazione tissutale, nello specifico della cartilagine articolare, è mediata dalla secrezione di fattori con azione paracrina che promuovono la proliferazione dei condrociti residenti, la sintesi di matrice extracellulare e il differenziamento in senso condrogenico modulando il microambiente intrarticolare.